Un lavoro lungo e appassionante che dura da alcuni anni. Dal 2011 ho iniziato a seguire la FIOM, Piazza del Popolo e Piazza San Giovanni sono diventati spazi aperti da percorrere in tutte le loro direzioni.
Cerco di andare oltre il cliché del manifestante, attori politici non ci sono e non mi interessano, qui scorre il lavoro in molte forme, scorre la crisi economica, sociale e politica.
Uomini, donne, anziani e bambini, migranti. Ci sono famiglie, generazioni che trovano qui una nuova forma di stare insieme e di dialogare. C’è l’Italia intera, la crisi locale e quella nazionale.
Mi interessa la bellezza che scorre lungo i cortei, che trovo in sguardi e in sorrisi, nell’orgoglio di essere una parte fondamentale della nostra Repubblica, nei gesti e nella solidarietà, come nel saluto di un manifestante ad Erri de Luca che sorregge lo striscione di Pomigliano.
Non ci sono urla, ci sono proposte utili per ridare dignità alla parola lavoro e alla carta costituzionale, qui ritrovo il nobile significato della parola politica e la dignità di una società che ogni volta è capace di slancio. Trovo nella fotografia la mia connessione ad un mondo al quale appartengo e l’antico gesto della complicità.