UN’AGRICOLTURA CONTADINA PIÙ GIUSTA

Testo di Pietro Giannini
articolo apparso sulla pagine facebook di Laboratorio politico Left Siena

Io sono Pietro, senese poi emigrato in Francia dove vivo occupandomi di progettazione e gestione di orti urbani. Valentina invece, è la presidentessa della Società Cooperativa MondoMangione che da quindici anni diffonde e fa conoscere a Siena il commercio equo-solidale, gli acquisti collettivi di carni, frutta, formaggi etc. sul modello dei G. A. S., il prodotto locale di qualità, che tiene conto anche della sostenibilità del processo di produzione
E’ grazie a Valentina che qualche anno fa ho conosciuto l’esperienza di Arvaia 
che è la prima CSA “Comunità che Supporta l’Agricoltura” nata in Italia. CSA è l’acronimo per quelle Cooperative un po’ speciali dove le risorse, tutte le risorse – costi di installazione, costi per attrezzature, costo del lavoro, costi di gestione – sono fornite da un gruppo di persone, che così facendo diventano co-produttori.
L’ammontare delle spese viene quindi diviso per il numero di associati che sono soci co-produttori della cooperativa. Ogni anno agricolo la produzione di ortaggi è finanziata dai soci co-produttori col versamento di una quota annuale. Così facendo hanno diritto ad una parte del raccolto consegnata settimanalmente e «prenotano» le loro parti versando una somma forfettaria all’inizio della stagione. In attività da 5 anni, Arvaia, conta circa 400 soci co-produttori e 7 soci lavoratori.

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Avrebbe senso a Siena? Come e cosa fare?
Oggi si parla abbastanza, sicuramente di più, di agricoltura contadina biologica certificata e non. La vendita diretta di ortaggi torna effettivamente ad essere una possibilità alla portata del consumatore nonostante il fatto che le realtà che intraprendono questo tipo di percorso imprenditoriale debbano affrontare numerose ed a volte insormontabili difficoltà. In primis, le sovvenzioni (PAC) che non supportano progetti sotto una certa soglia di investimenti (non meccanizzati) e superfici coltivate. Poi la difficoltà di trovare dei circuiti che garantiscano sia la certezza della vendita che quella di compensi giusti per il produttore.

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A febbraio 2017, sia per me che per Valentina, è stato chiarissimo come MondoMangione potesse essere la casa che ospitasse la CSA di Siena.
Per replicare Bologna avevamo bisogno di gente che capisse e sapesse comprendere il valore di quello che volevamo proporre, disponibile ad investire tempo e denaro sulle proprie scelte alimentari, disponibile inoltre a fare gruppo e come si dice oggi, comunità.
Poi di un terreno vicino alla città, che fosse adatto alla coltivazione di ortaggi e quindi prevalentemente pianeggiante, non argilloso e pietroso, e soprattutto con l’acqua!
E non ultimo, di qualcuno che, oltre all’entusiasmo ci mettesse le buone competenze.
Trovato: Valentina e MondoMangione avrebbero garantito la gestione organizzativa e amministrativa ed io mi sarei occupato di trovare il terreno e soprattutto di formarmi per acquisire il massimo delle competenze necessarie per produrre verdure, tante.

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2018, Ottobre – Il terreno lo troviamo, a Montalbuccio. Le competenze e soprattutto la voglia e l’ottimismo per poter partire, anche.

Fatti i conti degli investimenti su attrezzi, costo del lavoro e piantine, ci rendiamo conto che il nostro gruppo di soci co-produttori dovrà essere di circa 50 famiglie.
“Se avete pensato di fare un orto, ma vi mancano il terreno, il tempo, l’acqua, le attrezzature, allora quell’orto facciamolo insieme!”
Ecco lo slogan per iniziare a cercare i nostri soci. Quello che abbiamo in mente è infatti un orto da cui ricavare la nostra autoproduzione in forma collettiva e partecipata, organizzata sul principio di condivisione del “rischio di impresa” attraverso il superamento della divisione tra produttore e consumatore.

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Senza creare nuovi soggetti, e per ottimizzare le risorse, la CSA diventerà un vero e proprio ramo d’impresa della cooperativa MondoMangione con un socio lavoratore a tempo pieno, responsabile dell’orto, e soprattutto i soci, i co-produttori, che contribuiranno con il loro lavoro volontario, ma necessario, a garantire la sostenibilità economica del progetto.
2019, Ottobre – c’è Anita che ha due anni, ci sono Francesca ed Enrico, Francesco, Giulia, Ottavio, Serena, Cristiano, Maria, Chiara, Silvia, Armando e tanti altri che ci hanno dato fiducia. Siamo una sessantina, e ci spartiamo ogni settimana il raccolto dell’orto, diviso a seconda delle abitudini e necessità di ogni socio. Oggi abbiamo distribuito 15 porzioni: bietole, rape bianche, ravanelli, insalate, zucchine, cime di rapa, rucola e broccoli. Un socio, la settimana scorsa : “Pietro, noi non ce la facciamo a mangiare tutta questa verdura…” Una socia, ieri : “ Mi sto pentendo dell’orto, passo i sabati pomeriggio a lavare le verdure! “.
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Sappiamo che non saranno sempre rose e fiori. Ma siamo convinti che per fare davvero qualcosa sia necessario farlo insieme. La forza di tutto questo è essere parte di, prendersi cura di un terreno “nostro”, sapere di tutto e di più sui trattamenti, sulle piantine, su quando e da chi sono raccolte, sull’acqua che si consuma e su quanto davvero costa quello che si mangia.
A fare un orto e vendere gli ortaggi non ci ho mai pensato. Le nostre verdure sono una scusa come un’altra per condividere e sentirsi profondamente parte di un progetto comune: un autofinanziamento che ha come obiettivo la creazione di posti di lavoro, il mutualismo tra persone che vivono nello stesso posto e in definitiva, la convivialità fra i suoi partecipanti.

OrtoMangione
PS: se qualcuno si è convinto di aderire al progetto, c’è ancora qualche cassetta che vi aspetta.

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