ART. 27

“La responsabilità penale è personale.
L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato [cfr. art. 13 c. 4].
Non è ammessa la pena di morte”
Art. 27 de La Costituzione Italiana
Da oltre due anni sto conoscendo il carcere, prima sapevo della sua esistenza, ora so com’è e ci sono dentro.
Giorni fa in biblioteca con altri detenuti, due o tre, tra cui un extracomunitario.
Avevamo davanti la nostra Costituzione e abbiamo visto l’art. 27.
Lo abbiamo letto.
Silenzio.
E’ il caposaldo del nostro sistema penale, poi…un sospiro e il tunisino, con il suo italiano stentato, ha esclamato “non sono definitivo…allora sono innocente, che civiltà è questa che scrive una regola e poi fa il contrario?” Ci ha preso alla sprovvista, abbiamo cercato di rispondere senza sapere cosa dire…giustificando con la pericolosità, i tempi e altro, ma ha ragione. Quasi metà dei detenuti, infatti, non sono definitivi. Abbiamo continuato a parlare, letto tutto l’art. 27, pieno di significati…cercavamo una risposta. Un altro problema è venuto fuori, come si può parlare di umanità e di rieducazione se non si creano le condizioni di vita che permettono di mangiare, dormire e vestirsi quando si esce dal carcere?
Da detenuti siamo seguiti e rieducati fino a che si finisce di scontare la pena, e dopo? Dove è la strada per proseguire nel riscatto? Usciti ci si trova ad affrontare una grande pianura che non ci accetta e allora…si ricade.
Con il tunisino che parla male e l’altro che con il suo dialetto stretto si capisce, forse, ancora meno è venuto fuori che l’unico modo per cui i principi dell’art. 27 diventino realtà è che la nostra società impari a conoscere il carcere accettando i detenuti come persone in cerca di riscatto da un errore più o meno grave.
E’ quindi necessario che ci sia un’area di passaggio che sia istituzionalizzata e che faccia da cuscinetto tra il carcere e la società.
R.Vittori
(intervento del 2 giugno 2019 in Piazza Duomo a Siena. Festa della Repubblica)
[Sul Blog della Casa Circondariale di Santo Spirito a Siena, Spirito in Libertà, la lettera di ringraziamento al Prefetto di Siena.]
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