La Piazzetta

di Marco Rabino per Detenzioni del 17/10/2014
Chi ha lavorato, o lavora in carcere, e chi lo ha frequentato come ospite, sa quanto è importante che all’interno di una realtà come quella detentiva ci sia una parvenza di umanità. Umanità non solo rappresentata dalla correttezza, se non dalla gentilezza delle relazioni, ma umanità rispetto alla possibilità di offrire una finestra di cultura all’interno di un universo di deprivazione.
Nel carcere viene sottratta la personalità dell’individuo, vengono tenuti lontani gli affetti, centellinati attraverso le visite parenti. Una cosa che non dovrebbe essere vietata, al contrario incentivata come balsamo ricostituente, è la cultura.
I corsi ed i laboratori costano ma i libri no. Spesso i romanzi vengono consegnati a scatoloni e regalati da enti e privati, portati da insegnati e volontari. Una biblioteca in carcere e la possibilità di frequentarla sono da considerarsi un importante strumento di sopravvivenza, un’ancora di speranza verso un possibile percorso di riabilitazione della persona detenuta.
Organizzare una biblioteca funzionante in un carcere non è cosa da poco, soprattutto nelle Casa Circondariali molto grandi e affollate. Occorre un bibliotecario ufficiale, occorrono volontari tra i detenuti che amino i libri e si prestino alla distribuzione e alla resa. Problemi di organizzazione e problemi di sicurezza. In un carcere ogni attività che implica scambi e interazioni tra detenuti crea un immediato surplus di controllo.
Coraggiose quindi le amministrazioni penitenziarie che incentivano la lettura e la diffondono, implementando un virtuoso processo di ricostituzione emotiva e intellettuale.
Le fotografie di Alessio Duranti descrivono con garbo la realtà di un carcere. Il bianco e nero utilizzato nelle immagini rappresenta un filtro estetico ed emotivo che distanzia dagli spazi e dalle atmosfere realistiche, per rimandare al concetto essenziale della lettura in detenzione. Reali e corretti i libri sgualciti impilati sui tavoli della biblioteca. Alcuni testi nuovi altri molti datati, risultato delle molte letture.
Giuste le riprese di traverso, non troppo costruite, il quotidiano lavoro del bibliotecario è ben rappresentato. Bello lo spazio, bianco pulito, arioso e luminoso. Se Alessio Duranti voleva rendere una immagine positiva della nuova biblioteca della Casa Circondariale di Siena ci è perfettamente riuscito.
Il reportage realizzato alla Casa Circondariale di Siena
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